il can del monte
ha detto maremma-no:
a volte basta.
maybe cheating, a haiku
il can del monte
ha detto maremma-no:
a volte basta.
maybe cheating, a haiku
il cane ti osserva forse da sopra il suo monte, pelo bianco smosso dal vento stranamente mattiniero, al momento forse già in pausa dal suo dovere di pastore e guardiano – di alberi di animali di persone che chiami suoi padroni, e dimentichi che i familiari in questa lingua sono sì sempre legati dal sangue ma alcuni più stretti e vicini di altri, familiare non è forse solo famiglia forse non è solo cambio di lessico – il cane ti osserva da sopra il suo monte ma non lo dà a vedere, il pelo smosso sì dalla brezza ma l’occhio non puntato sulla strada su di te sugli olivi che lo circondano, il muso rivolto ad altro forse ma l’occhio si muove ogni tanto verso di te – occhio che noti essere troppo simile troppo vicino ad uno che riconosci in altro viso in altro luogo in altri tempi ma ora non hai tempo di controllare perché – il cane ti osserva ora forse più attento di prima più affilato l’occhio puntato ma rimane sdraiato sul suo monte contornato di olivi ma privo di animali di persone tranne te e il cane, sul monte, col vento di mattina che soffia prima del solito orario
una coda di
ricordi forse nuovi
si snoda tra voi
better late than never, a haibun
ci sono sere
che arrivano
come strascichi
e ti trascini
più o meno sereno
al tuo arrivo
tendrils of sunshine
crawl up your limbs
feel your skin
burn
cells furiously wither
(a gogyohka)
Non è poi
così tanto
di più
della solita strada
e la storia
comunque
è la stessa:
un passo
dopo l’altro
dopo l’altro
e così via, uno
dopo uno
dopo due
dopo cinque
non manca
così tanto
solo un passo,
e un altro,
ancora.
Ti sento che premi
su di me, che mi prendi
a sostegno di fatiche
che per poco ancora
potrò aiutarti a sopportare
lo sento che pesa
forse più a me che a te
ma il dolore poi passa
come è già passato
più volte prima d’ora.
Perché pensi corra?
Non lo so, ma sembra
ci stia mettendo un sacco
d’impegno..
E di tempo, non credi?
Non credo gl’importi.
Dove andrà secondo te?
Avanti, per ora.
(following Napowrimo.net prompt.)
Shall I write of thee on this April’s day?
Thou art more lovely and more of plastic:
rough joints may plague thee– but hey!
some of this at least has been fantastic.
Sometime too hot the orange palette shines,
and often the pale complexion yellows
and every fair of toy sometime reminds,
by chance, of your franchise’s changing fellows.
But thy eternal glimmer shall not fade
nor lose possession of that mode thou ow’st
nor shall rust brag thou crumbl’st in its shade
when also in eternal lineart thou grow’st.
So long as haters seethe and eyes can roll
out loud I commit to you my own soul.
(After Sonnet 18; following Napowrimo.net prompt.)
Ci son formaggi
che non assaggi
se non quando vai
in certi posti, ma mai
a casa sennò son guai
una volta assaggiai
un pezzo per sbaglio
ma fu un abbaglio!
Era un tocco di crosta con caglio.
Quindi stai attento
occhio al momento
tieni gli occhi sul buco
o ti daranno del ciuco
ed entrambi sappiamo
che il formaggio che amiamo
è quello che puzza di meno.
[Prompt da Napowrimo.net, skeltonic verse]
libro
porta scorrevole
girella a pressione
senza bisogno di chiavi
entra
pagina
porta socchiusa
tappetino d’ingresso
ma non servono scarpe
vieni
E unn’è mica
semplice trovare le
parole giuste
o meglio, azzeccate
per dire icché
tu c’hai da dir davvero
soprattutto se
quello che c’hai da dire
in realtà un gliè nulla.